martedì 19 maggio 2015




IL PRIMO PASSO VERSO L’ETERNITÀ -  PARTE OTTAVA: EVOLUZIONE DI IO IN ANIMA.


Dopo aver narrato quale il prosieguo di un Io adeguatamente preparato, verso la prima e più elementare forma di Immortalità concessa agli Umani, è d’uopo soffermarsi, seppur velocemente ed in maniera adeguata, su quella che può definirsi come la trasformazione di un Io in un’Anima. Fenomeno che consente l’immortalità ab aeternum.
Il fenomeno, estremamente complesso e soprattutto circondato da un Mistero che è celato sotto il velo dell’Arcano Maggiore, sarà qui esposto, per quanto possibile, in maniera tale da dare al lettore un’indicazione precisa del Percorso. Soprattutto verrà fornito qualche elemento che lo possa spingere chiunque volesse giungere alla meta, a dedicarsi alla Via della Conoscenza, che è la sola strada che porta alla soluzione del Mistero dei Misteri.
Bisogna tenere presente, che una volta che l’Io ha raggiunto la condizione di Cosciente Memoria del Proprio Sé, il resto sarà molto più facile.
Per chi ha seguito gli scritti precedenti sul mio Blog, sarà facile ricordare che nell’ esposizione dello Schema Iniziatico Occidentale, secondo la Tradizione di V. Soro, alla fine dei dodici Gradi Rosacroce, si era specificato che Colui che fosse riuscito a raggiungere tale livello, così per come avvenuto per Dante Alighieri, sarebbe diventato Guardiano del Tempio, abitato dai Maestri Invisibili.
Tale Condizione, pertanto, finisce per essere determinante in maniera esclusiva ed unica, per il raggiungimento di quanto mi sono proposto di descrivere con questi miei scritti: la comprensione dei Messaggi che la Tradizione vera ha lasciato agli Umani e di cui oggi si sono perse le Chiavi, così che il tutto è divenuto un inutile brancolare nel buio più assoluto: il buio dell’ignoranza.
Il Tempio rappresenta il Mondo dell’ Iperfisico e del Trascendentale. In esso, vivono Entità con le quali un Io evoluto entra in diretto rapporto. Tali Entità, sono quelle che vengono indicate col nome di “Maestri Invisibili” ed è così che una di queste, prende per così dire, per mano, l’Io giunto al suo cospetto e lo guida e lo conduce sulla Via dell’ Immortalizzazione, dando Insegnamenti adeguati. Dante, infatti, si affida dapprima a Vergilio, di poi a Beatrice, secondo la concezione del Dolce Stil Novo, che vede la donna quale mezzo di evoluzione e di congiungimento tra l’Uomo e Dio. Simboli bellissimi per descrivere questo passaggio finale che è appunto l’ultima Meta della possibile scala gerarchica ed evolutiva dell’Uomo. Non sarò certo io ed in questa sede a descrivere quanto è di esclusiva competenza del Maestro in questione, lasciando a coloro che hanno fatto della Ricerca Interiore e dello Studio per la Conoscenza, il motivo della propria esistenza.
Colgo infatti l’occasione, per concludere con questo ottavo scritto, dicendo che bisognerebbe fare una riflessione che potrebbe portare anche alla comprensione di un concetto estremamente importante. La capacità della Mente Umana supportata dalla Conoscenza e dalla Volontà.
Al di là del percorso enunciato e dimostrato con questi otto paragrafi di scritto, nei quali mi sono arditamente inoltrato lungo una Via estremamente complessa, mi corre l’obbligo di soffermarmi su alcune riflessioni che ritengo assai importanti per il Lettore.
Purtroppo, come si evince da un’organizzazione sociale e da un tenore di vita che vede l’uomo di oggi asservito alle regole folli della società dei consumi e rimbecillito da alcune strutture di potere che lo hanno ridotto alla condizione di schiavo, prima interiore e mentale e di poi fisico, sarebbe ora che si riflettesse su alcune cose.
Facciamo un termine di paragone tra l’uomo che si pone le problematiche dell’Io e dello Spirito e quello che sviluppa la propria esistenza a lume dell’asservimento alle regole dettate da una società che lo vuole ad ogni costo essere null’ altro che un numero, senza alcuna identità e nella spersonalizzazione più totale.
Il primo, percorre la Via del Sapere, si dedica alla conoscenza dei Misteri e spinge sé stesso alla possibile comprensione di quanto i Grandi, sul nostro pianeta, hanno tramandato nei millenni, per insegnarci a ritornare al tempo dell’Età dell’Oro, in cui Uomini e Dei convivevano, dividendo le medesime immortali esperienze.
Il secondo, è solo vittima delle proprie follie mentali, che lo vedono assoggettarsi supinamente ed esclusivamente a schemi imposti da lobby o cerchie di potere.
Basta dare uno sguardo in giro, quotidianamente, per accorgersi di come sia caduto in basso.
La società di oggi consente la morte di milioni di bambini, donne ed innocenti, perché il dio danaro è ormai l’unico vero imperatore della terra. Così hanno talmente condizionato le menti, che cose che dovrebbero essere un diritto innegabile e sacro, come l’acqua, gli alimenti, le medicine, ecc. sono diventate solo ed esclusivamente una prerogativa cui possono accedere coloro che hanno danaro. A coloro che non ne hanno, vengono palesemente negate come se il Diritto alla Vita dovesse essere acquistato.
I giorni, gli anni ed i lustri passano e si è sempre più dipendenti da una sorta di mercimonio che vede umiliati o peggio, obsoleti totalmente i più sacri principi che dovrebbero governare la nostra esistenza.
Diceva un Grande, Michele De Notre-Dame, più conosciuto come Nostradamus, che è facile predire il futuro. Esso è la risultante di un’equazione matematica, data dalla somma algebrica degli eventi del passato con quelli del presente.
In funzione di tale corollario, diviene ancor più semplice predire quale sarà il prossimo futuro dell’Uomo: l’autodistruzione fisica. Succederà infatti, a quello che già esiste in atto come processo di definitiva morte intellettuale, mentale e soprattutto morale.  La Natura, regolata da Leggi Sacre ed Inviolabili, non può tollerare quanto accade ai nostri giorni. È logico prevedere che la sua reazione sarà incontrollabile, perché a nessuno è concesso violentarla o distruggerla. Di per sé sa vendicarsi, come niente e nessuno.
Quando l’Essere perde la propria identità spirituale, perde in realtà il principio che governa la propria esistenza a tutti i livelli.
Personalmente spero che questi scritti siano motivo di riflessione per i molti lettori che mi seguono, poiché bramerei che ci fosse un cangiamento radicale nel comportamento degli uomini. Un tempo si costruivano le torri, per alzarsi verso il cielo ed avvicinarsi il più possibile a Dio. Oggi si costruiscono i grattacieli, per stare più comodi ed in condizioni più confortevoli. Questo è il vero punto della questione: è cambiato totalmente il fine dell’esistenza dell’uomo. È stato, in realtà, stravolto quello che sarebbe dovuto essere un comportamento basato sulla solidarietà, sull’ aiuto, sull’ Amore e sulla solidarietà. Oggi su tutto impera l’egoismo gestito dall’ ignoranza e dal potere fine a se stesso, senza più avere orizzonti che possano consentire all’ uomo di estrinsecare la propria esistenza in un contesto di vera e propria Vera Vita.
Ho voluto trattare l’argomento che ho presentato in questi otto post pubblicati solo per usare un argomento estremamente importante e far comprendere al lettore come si può seguire la Via della Conoscenza, nell’ umiltà e nella disponibilità verso il prossimo. L’aver divulgato alcuni degli Arcani più occulti che da sempre sono tramandati solo a coloro che vengono considerati degli Iniziati, non significa dissacrarne l’essenza.
Nei prossimi giorni, avrò modo di ripercorrere tutte le tappe dell’Iniziazione alla Gnosi. Chi vorrà intendere potrà farlo, perché descriverò il percorso senza veli e sfrondato il più possibile da allegorie e quant’ altro possa essere di depistante per la mente del lettore, fosse il più ingenuo e meno colto.

Lo faccio con la serenità di chi, giunto ad un punto della propria Vita dedicata interamente al Prossimo, non teme nulla e nessuno, per aver voluto divulgare quanto è stato, fino ad oggi, solo ed esclusivo segreto di caste intellettuali, che hanno finito per fare la fine dei famosi sepolcri del Rabbi, imbiancati di fuori, ma pieni di putredine all’ interno.
Chi ha orecchie per intendere, intenda….            E.L.K.

lunedì 4 maggio 2015

IL PRIMO PASSO VERSO L' ETERNITÀ: PARTE SETTIMA



IL PRIMO PASSO VERSO L’ETERNITÀ -  PARTE SETTIMA: 
DOPO L’ASTRALE.

Eravamo rimasti al momento in cui si sarebbe riusciti ad attraversare l’Astrale senza neanche accorgersene, per la velocità di spostamento dell’Io.
Bene, riprendiamo da quel momento tutti i passaggi uno per uno, al fine di comprendere la seppur complessa, ma al contempo importantissima successione di eventi che ci interessano.
In un primo momento, quando l’Io comincia a staccarsi dal corpo, riesce a vedere il proprio soma sdraiato sul letto, come qualcosa cui non appartiene più. Trascorso qualche attimo durante il quale prende coscienza della nuova condizione, con un movimento quasi automatico di assorbimento, si sente proiettato verso “l’esterno” ad una velocità incontrollata. Attraversato l’Astrale in una frazione di secondo, così come se si passasse attraverso una bianca nube, di colpo ci si trova nel buio più assoluto. A quel punto un momento di smarrimento pervade l’Io che per fortuna si supera immediatamente, perché in lontananza si cominciano ad intravvedere delle stelle e degli astri. Si sente la necessità di respirare, ma ci si accorge che non serve. In quella realtà si è al di là di qualsiasi fenomeno fisico che possa comportare rifacimenti ad un organismo animale. E’ chiaro che ancora, in particolare la prima volta, non si è avvezzi a quella sensazione così strana, per cui quasi sempre, lo smarrimento porta ad un rientro automatico nel corpo, con una sorta di risveglio affaticato e lievemente impaurito.
Anche in questo caso, non c’è nulla da temere. Secondo quanto narrato da tutti coloro che hanno vissuto tale esperienza, nessun danno in nessun caso può riversarsi sulle condizioni salutari del soggetto.
Tentando successivamente l’esperimento, dopo altri pochi tentativi, si riesce a raggiungere la condizione ottimale e di fuoriuscita completa dell’Io.
Bisogna però, prima di procedere oltre, tenere presente alcuni parametri che spesso sono motivo di dubbi, incertezze e quant’ altro, da parte dell’Operatore.
In primo luogo, non potrà mai avvenire che l’Io fuoriuscito, non riesca a rientrare nel corpo, rimanendo a vagare e lasciando “morire” il soma. La Tradizione ha sempre insegnato di riferirsi ad un’immagine che spiega perché ciò non può avvenire. In senso figurato si tramanda dell’esistenza di una specie di “filo d’Arianna” chiamato il “Filo Interminabile d’Argento” che lega l’Io al suo corpo, in guisa tale da poterlo lasciare solo nelle circostanze della morte. In altre condizioni, ed in altri momenti, quali che siano le circostanze l’Io non potrà, essendo legato da questo filo, abbandonare mai anzitempo il soma che abita.
Spiegato questo dettaglio che ritengo di rilievo, vi è un altro particolare che dev’ essere fatto conoscere al futuro operatore. La velocità di spostamento dell’Io è pari a quella del Pensiero, cioè di trecentomila volte superiore alla velocità della luce. Il che significa che ha la possibilità di viaggiare a circa 90 miliardi di chilometri al secondo. Ciò gli permette, infatti, di fare quanto appresso specifico.
Una volta uscito e ritornato a vedersi immerso nel buio cosmico, dal momento in cui gli comincia ad apparire la visione delle prime stelle, si potrà spostare alla velocità anzi indicata e così riesce “per attrazione” a raggiungere la Stella Sirio, nell’ arco di alcuni minuti.
Perché la Stella Sirio?
Sembra che il Sistema Binario che la caratterizzi, possieda un agglomerato di polveri primordiali, quali quelle esistenti nel nostro angolo di Cosmo, prima della formazione del Sole.
Su tale agglomerato, coloro che hanno vissuto appieno l’esperienza in questione, narrano della presenza di molte altre tipologie di Io, quasi fosse la prima tappa di un processo esplorativo dell’Universo, cui l’Io potrebbe andare incontro a piacimento, da qualsivoglia parte provenga.
Ho descritto più dettagliatamente, in un passo del mio Romanzo “Rudyard il Magus” come esistono altri metodi, quale per esempio la Piramide di Cheope, che possono consentire all’ Uomo il raggiungimento di questa capacità. Ma indipendentemente dal percorso o da quello che si scopre al di là della dimensione prettamente umana, c’è un concetto fondamentale, che rende tale procedura primariamente importante.
Il fenomeno fa sì, che le visioni e comunque le esperienze vissute dall’ Io in tali circostanze, consentano allo stesso di rimanere vigile, cosciente e memore e ciò anche al rientro nel corpo.
Ordunque, se un Io riesce a mantenere fermamente validi in maniera attiva questi tre parametri, non può non dedursi, per logica conseguenza, che ove uscisse dal corpo poco prima del suo decesso, essendo già riuscito in vita a produrre questi effetti (esperienze apprese nel frattempo a parte), proseguirebbe a vivere, per come anzi avvenuto, la sua cosciente esistenza nella nuova chiave, senza alcun trauma e senza dover subire alcun processo di quella che è la normale evoluzione o involuzione post – mortem.
E’ questa, se ci si riflette attentamente su, una prima ed elementare forma di Immortalità dell’Io, concessa agli Umani.
Sin dalle più antiche forme di Tradizione, tutti i Maestri, Visibili o Invisibili, hanno insegnato questo primo percorso, che consente all’ Uomo di “conoscere” in vita ciò che può evitargli la morte.
Le Scuole che insegnavano tale Percorso sono purtroppo ormai scomparse e pochi sono rimasti detentori di tanta Sapienza.
Che nessuno ritenga inopinatamente che fin qui io abbia voluto parlare accademicamente e solo a livello teorico. Qualsiasi parola, alla quale non corrisponde un concetto immediatamente ed immanentemente dimostrabile, è pura aria al vento. Diceva un Saggio di altri Tempi: “non si scherza impunemente con le Leggi della Vita e della Morte”.
Che, prima di giudicare inopinatamente, chiunque sia il Lettore cui ci si è rivolti ed a cui gratuitamente viene offerto tale grande Dono, abbia la pazienza, la volontà e l’ardire di effettuare i tentativi necessari, così per come sono stati qui descritti. Qualora riscontrasse degli eventi, durante l’applicazione, che si distaccassero di molto per quanto fin qui descritto, allora avrebbe motivo di lamentarsene. Ma fino a quel momento, taccia ed operi in silenzio.
Nel prossimo scritto, parlerò della trasformazione dell’Io in Anima. Fenomeno ancor più grande e stupefacente di quanto fin qui descritto.


domenica 3 maggio 2015

IL PRIMO PASSO VERSO L' ETERNITÀ: PARTE SESTA

IL PRIMO PASSO VERSO L’ETERNITÀ -  PARTE SESTA: METODICHE DI FUORIUSCITA

In questo scritto, così per come promesso, andrò a descrivere uno dei punti cruciali di quanto fin qui trattato. Tale punto è la dimostrazione di come sia concesso a tutti di applicare alcuni tipi di metodiche, insegnate dalla Tradizione e relativi alla fuoriuscita, ovvero al temporaneo abbandono dell’Io, del corpo, in vita.
Esso è la dimostrazione ultima della veridicità di quanto Insegnato dalle più antiche Scuole Gnostiche ed oggi purtroppo perso per chiavi, significato e quant’altro.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, con la descrizione dell’iter da percorrere, devo condurre il lettore verso una riflessione che speso sfugge ai più e riguarda una semplice osservazione relativa all’iconografia sacra nell’arte figurativa cattolico – cristiana.

Si tratta di svolgere una breve e semplice ricerca di quadri, raffigurazioni ed immagini relative a Santi. Noi portiamo un solo esempio che li possa comprendere tutti, risparmiando, a chi volesse non disperdersi nei meandri della pittura al fine di ritrovare quanto qui indico. Ci si rifaccia al quadro stupendo, probabile opera inedita di G.B. Piazzetta (1683 –1754), dal titolo: “Testa di Santo” della fine del ’600, di cui riporto una raffigurazione ricavata da Internet.




Tutti i cultori della materia, sanno che l’allegoria e la metafora nascoste a suon di simboli nell'Arte Figurativa, va normalmente al di là del semplice “messaggio artistico” in sé.
Si tratta spesso, come facevano gli scrittori, di divulgare per gli attenti Cultori del Settore, delle Conoscenze poco note, con la scrittura, per tramandare messaggi ben precisi a chi li sapeva leggere.
Un esempio classico: nell'Iconografia Sacra, laddove era raffigurato un pesce, si sapeva che nell'opera si stava facendo riferimento al Cristo. Non tanto per una banale e superficiale simbologia di cui si è sempre sentito parlare, ma soprattutto per un passaggio tecnico ben preciso: L’acrostico della parola pesce, in greco antico scritta così: “Ιχθύς”, per significato contenuto, sta proprio per Ι (Iesusχ (Christòsθ (Theùύ (uiòs)ς (sotèr). La sua traduzione è molto facile per i conoscitori della lingua: “Gesù Cristo Unigenito Figlio di Dio”.
Da tanto ben si può comprendere, come l’allegoria sia meno vaga di quanto possa apparentemente sembrare, ovvero, risponda a criteri e metodiche frutto di profonde ricerche e conoscenze ben determinate.
 Similmente, per rifarci al primo esempioriferito al “Santo con lo sguardo rivolto in alto” dell’immagine riportata, così come di tutte le altre immagini similari della Tradizione, il soggetto sia esso un Santo, un Beato o comunque un Mistico, non guarda verso l’alto come se guardasse in cielo per trovarvi dentro la Divinità.  Ha lo sguardo rivolto verso l’alto della propria fronte ed incrocia un punto ben preciso, posto in mezzo agli occhi.
Constato quanto fin qui enunciato, andiamo a capire, cosa ha di riferimento tutta la precedente esposizione con il tema dell’argomento in questione: la prima metodica di fuoriuscita dell’Io dal corpo.
Ebbene l’attinenza tra le due cose, risalterà subito palese agli occhi dell’attento lettore, seguendo quanto appresso.
La metodica si basa su un fenomeno che sarebbe, all’incontrario di quanto si possa immaginare, impossibile a non verificarsi, se l’uomo dei nostri giorni, si dedicasse un po’ di tempo allo studio, alla riflessione ed alla meditazione, piuttosto che al consumo inopinato di bevande e sostanze dannose sia per la salute che per la mente. Oltre ovviamente che alle consuetudini ed ai costumi barbarici tipici della società dei consumi!
La sera, quando si va a riposare e fuori c’è meno rumore possibile, così che non possa essere mezzo di distrazione per il soggetto che vuole tentare l’esperimento, ci si deve sdraiare a letto, in posizione supina e rilassarsi quanto più è possibile. Importantissimo è trovarsi al buio totale, in maniera tale che nessun tipo di luce, seppur flebile, possa accedere all’ambiente.
Raggiunta una condizione di rilassamento adeguato, si concentra lo sguardo verso il centro della fronte, rivolgendo gli occhi verso l’alto (l’immagine del Santo nel quadro), quindi ci si pone nello stato mentale di “attesa”, per vedere cosa va a succedere.
Ebbene, certamente nulla si verificherà la pima, la seconda o la decima volta, ma in seguito, quando si sarà divenuti adusi a questa pratica, si comincerà a “vedere”.
Le immagini che si presenteranno, saranno in principio sfocate e poco interpretabili, di poi, si potranno osservare sempre più nitide ed interpretabili.
Questo è il momento più delicato del percorso, perché quanto si andrà ad osservare, sarà fortemente pauroso e senza senso. Occhi enormi sembreranno in quel buio avvicinarsi al praticante, mostri mai visti si presenteranno al suo cospetto e questo farà sì che per lo spavento, il soggetto, come quasi sempre avviene, in preda al panico, si distragga da quanto sta facendo e ritorni in sé d’improvviso, accendendo la luce più vicina, terrorizzato.
A quel punto, tutto diventa vano per sempre, in quanto l’esperienza vissuta, porta il soggetto a mai più ritentare l’esperimento e si chiude così per sempre la “Via”.
Le immagini che si presentano, per quanto inizialmente paurose possano apparire, non potranno giammai fare alcun male o danno al praticante. E’ un momento in cui, l’Io, staccandosi dal corpo, sta attraversando l’Astrale, che al di là del luogo ormai erroneamente diventato comune, non è un mondo abitato da chissà chi, e perché. Si tratta di una sorta di aura di Idee, Pensieri ed Emozioni, che circondano per così dire, il nostro pianeta e che si raccolgono disordinatamente in questa zona dell’etere.
Chi riesce a superare questo, per altro atrauamtico impatto, nel senso che giammai in nessun caso quanto visto potrà arrecare danno (lo ripeto) ad alcuno e riprende a ripetere l’esperimento, si accorgerà facilmente, che insistendo, lo si attraverserà (l’Astrale) sempre più facilmente e velocemente, fino ad arrivare al punto da trapassarlo così in fretta, da non vederlo o incontrarlo più.
A quel punto, ci si ritrova con l’Io al di là e si riprende la piena coscienza del proprio sé, memore di tutto, in una dimensione nuova che andrò a descrivere nella prossima trattazione.
Per il momento, basti pensare che quanto fin qui descritto, è il primo passo verso l’Assoluto e nel contempo verso la più elementare forma di Immortalità concessa da Dio all’Uomo.